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Corsi Elearnit: il catalogo

Hai già dato un’occhiata al nuovo catalogo corsi Elearnit? Se ancora non l’hai fatto, ecco una nuova occasione per scoprire i corsi presentati in questi mesi.

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I Plugin di Forma: il catalogo

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Perché saper fare le domande giuste all’Intelligenza Artificiale è una competenza chiave oggi

Elearnit presenta il nuovo corso sviluppato con Caterina Ferruzzi per un uso pratico e consapevole dell’IA


L’intelligenza artificiale è sempre più presente nei processi aziendali e nelle attività quotidiane: dalla scrittura di testi alla creazione di presentazioni, dall’analisi dei dati al supporto decisionale. Ma se è vero che l’IA è ormai alla portata di tutti, è altrettanto vero che non tutti riescono a ottenere risultati davvero utili.

Il motivo è semplice: la qualità delle risposte dipende dalla qualità delle domande.

Da questa consapevolezza nasce “Come fare le domande giuste all’Intelligenza Artificiale”, il nuovo corso eLearning di Elearnit, realizzato in collaborazione con Caterina Ferruzzi, copywriter e formatrice esperta in comunicazione digitale e contenuti.

Un corso Elearnit per andare oltre l’uso superficiale dell’IA

Molti utenti utilizzano strumenti di intelligenza artificiale generativa aspettandosi risposte immediate, corrette e “pronte all’uso”. Quando questo non accade, la delusione è spesso attribuita alla tecnologia.

In realtà, nella maggior parte dei casi, il problema non è lo strumento, ma il prompt: una richiesta generica, poco chiara o priva di contesto non può generare un risultato efficace.

Il nuovo corso Elearnit nasce proprio per rispondere a questa esigenza: aiutare professionisti e aziende a usare l’IA in modo più consapevole, strategico e orientato agli obiettivi.

Perché saper fare le domande giuste fa davvero la differenza

A differenza di un motore di ricerca tradizionale, l’intelligenza artificiale non restituisce una lista di fonti da valutare, ma una risposta unica, che spesso appare completa e convincente.

Ed è proprio questo il punto critico.

Senza un prompt ben costruito e senza la capacità di valutare l’output generato, il rischio è quello di:

  • accettare risposte imprecise o errate;
  • ottenere contenuti troppo generici;
  • delegare eccessivamente il pensiero critico allo strumento.

Imparare a formulare richieste chiare, dettagliate e coerenti con i propri obiettivi diventa quindi una competenza chiave, soprattutto in ambito professionale.

Cosa si impara nel corso

Il corso guida i partecipanti attraverso un percorso strutturato che permette di comprendere:

  • che cos’è un prompt e come funziona realmente;
  • come gli strumenti di IA generativa elaborano e producono le risposte;
  • quali sono i limiti, i rischi e i bias dell’intelligenza artificiale;
  • come scrivere prompt efficaci, evitando gli errori più comuni;
  • quando e perché è necessario verificare le informazioni generate.

Il tutto è supportato da esempi concreti, esercizi pratici e quiz di verifica, per favorire un apprendimento attivo e immediatamente applicabile.

Un approccio pratico, ma con una forte componente critica

Uno dei messaggi centrali del corso è chiaro: l’intelligenza artificiale non sostituisce il pensiero umano.

L’IA lavora su probabilità e dati pre-addestrati, non possiede senso critico né consapevolezza del contesto. Per questo motivo, il valore reale nasce dalla sinergia tra:

  • competenze umane,
  • capacità di analisi,
  • uso corretto degli strumenti tecnologici.

Il corso aiuta proprio a sviluppare questa consapevolezza, evitando un utilizzo automatico e poco riflessivo dell’IA.

A chi è rivolto il corso

“Come fare le domande giuste all’Intelligenza Artificiale” è pensato per:

  • professionisti e manager che vogliono integrare l’IA nei processi di lavoro;
  • team HR e formatori;
  • chiunque utilizzi strumenti di IA e desideri farlo in modo più efficace e responsabile.

Con una durata di circa 30–45 minuti, è ideale anche per percorsi di formazione continua e aggiornamento professionale.

Conclusione

L’intelligenza artificiale non è una scorciatoia, ma uno strumento.
Saper fare le domande giuste significa riprendere il controllo del processo, migliorare la qualità dei risultati e valorizzare davvero il potenziale dell’IA.

Il nuovo corso Elearnit nasce con questo obiettivo: fornire metodo, consapevolezza e strumenti pratici per usare l’intelligenza artificiale in modo intelligente.

Se invece vuoi personalizzare il corso per la tua azienda:

Case Study LIST Group: onboarding dei dipendenti più efficiente con Forma LMS

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Un marchio di eccellenza: nel 2025 Forma LMS ha ottenuto molteplici riconoscimenti da Capterra, Software Advice e GetApp

Forma LMS “altamente apprezzata per rapporto qualità-prezzo” nel report Capterra Best Free Learning Management System Software 2025… e molto altro ancora

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Cos’è il nano-learning e perché interessa sempre più aziende italiane?

Piccole dosi di apprendimento che si infilano nelle pieghe della giornata.


Che cos’è il nano-learning?

Negli ultimi anni il micro-learning ha trasformato il modo in cui pensiamo alla formazione digitale. Moduli brevi, agili, da seguire anche quando non si ha molto tempo. Ma mentre ci abituavamo a questo formato più leggero, il nostro tempo continuava a restringersi, a frammentarsi, a dissolversi tra notifiche e riunioni back-to-back.
Da questo scenario nasce il nano-learning, una nuova forma di learning design che punta tutto sulla sintesi estrema. Non un trend passeggero, ma una risposta concreta alla domanda che aziende e learner si pongono da anni: come facciamo a continuare a imparare quando il tempo non basta mai?

In cosa il nano-learning è diverso dal micro-learning?

Il nano-learning prende il principio del micro-learning e lo porta al massimo della essenzialità.
I contenuti diventano minuscoli, iper-concentrati, costruiti per durare 30–90 secondi e trasmettere un unico messaggio.

Ecco in sintesi le differenze tra i due formati:

Micro-learningNano-learning
3–5 minuti30–90 secondi
Mini-unità formativeUn singolo concetto
Struttura breve ma articolataStruttura essenziale
Richiede attenzione continuativaRichiede attenzione istantanea
ApprofondisceDistilla

Il nano-learning non sostituisce il micro-learning: lo completa, lo rende più flessibile e più adatto alla vita reale.

Perché il nano-learning funziona davvero nella formazione aziendale?

Il punto centrale è uno: rispetta il modo in cui oggi apprendiamo.
Non abbiamo più blocchi di tempo estesi, ma una serie di momenti piccolissimi che si aprono e si richiudono continuamente. Il nano-learning si inserisce proprio lì, negli interstizi della giornata.

Funziona perché:

  • si adatta ai ritmi naturali dei lavoratori,
  • aumenta la memorizzazione di concetti chiave,
  • permette una formazione continua senza sovraccarico,
  • si integra perfettamente con LMS, app mobile e intranet aziendali.

Quali sono i migliori contesti per applicare il nano-learning?

Non tutti i contenuti formativi possono essere ridotti in pillole ultrabrevi, ma ce ne sono alcuni che beneficiano enormemente di questo formato.
In Italia — soprattutto nelle aziende medio-grandi — il nano-learning viene applicato con risultati concreti in:

  • Sicurezza sul lavoro e compliance
    Dove un breve reminder quotidiano riduce errori e comportamenti a rischio.
  • Soft skills e leadership
    Perché cambiare un’abitudine richiede rinforzo costante, non un corso una tantum.
  • Formazione tecnica
    Un gesto, una procedura, un passaggio meccanico possono essere mostrati in meno di un minuto.
  • Sales e customer care
    Un tip al momento giusto può cambiare il risultato di una trattativa o la qualità di una risposta al cliente.

Quando il nano-learning non è la soluzione giusta?

Ci sono competenze e contesti che richiedono tempo, profondità, interazione, valutazioni complesse.
Il nano-learning non funziona quando:

  • serve costruire conoscenze nuove da zero;
  • il tema richiede ragionamento complesso;
  • è necessario un esame certificato;
  • il contesto necessita dialogo, riflessione, confronto.

È uno strumento potente, ma non universale.

Perché il nano-learning interessa sempre più aziende italiane?

Le organizzazioni oggi cercano formazione rapida, scalabile e integrabile nei flussi di lavoro.
Il nano-learning risponde esattamente a queste esigenze:

  • riduce il time-to-learning,
  • si adatta a una workforce distribuita,
  • integra mobile e app in modo naturale,
  • semplifica l’aggiornamento di processi e policy,
  • ha un ROI rapido, soprattutto nei contesti operativi.

In un mercato sempre più competitivo, il nano-learning permette di creare una cultura dell’apprendimento quotidiano, senza chiedere alle persone più tempo di quanto possano dare.

Il nano-learning è il futuro della formazione digitale?

Forse non sarà l’unico formato del futuro, ma sicuramente sarà uno di quelli centrali.
In un mondo dove l’attenzione è la risorsa più scarsa, la formazione deve imparare a essere più breve, più precisa, più vicina ai tempi delle persone.
Il nano-learning è una nuova grammatica del sapere digitale:
breve, visiva, immediata.
E soprattutto possibile — davvero possibile — nelle nostre vite piene e veloci.

Il nano-learning non è per tutti. Contattaci se vuoi scoprire insieme qual è la soluzione giusta per la formazione della tua azienda.

Shadow AI e DEI: gestire la doppia sfida dei bias aziendali

I 5 rischi della “Shadow AI” generativa non controllata: perpetuazione di stereotipi e diseguaglianze in ambito DEI.

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Forma 5: il punto sullo sviluppo

Vuoi conoscere i progressi di Forma 5? È passato un po’ di tempo dall’avvio del progetto: il nostro percorso verso Forma LMS 5 continua, anche se lungo la strada ci sono stati alcuni cambiamenti strategici.
Oggi siamo felici di condividere un nuovo aggiornamento sullo stato dello sviluppo e sui principali traguardi raggiunti dall’ultimo articolo della serie “La strada per Forma 5”.

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Nuovo modulo “Report del Corso”

Ecco il modulo “Report del corso”, che ti permette di avere in un’unica interfaccia tutti i dati di tracciamento degli utenti del corso.

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