Il tema che Lorenz solleva è molto interessante: anche per noi, l’idea di aprire un blog “aziendale” è passata prima da riflessioni come quelle che fa lui.
Per farla breve su come la penso riguardo ai corporate blog, rimando a MiniMarketing (uno dei miei blog-idoli) qui.
Per quanto riguarda DMS (citata nel post di Lorenz), penso sia una buona notizia perché – leggendo i loro post a partire da metà maggio – vedo che stanno tenendo un ritmo di pubblicazione buono, le notizie sono interessanti e hanno trovato un buon modo di …dire quello che fanno, in sostanza.
Per quanto riguarda noi, la “linea editoriale” è un po’ quella che dice Lorenz: riflessioni personali e esperienze professionali, raccontate in linguaggio più comprensibile possibile.
Dove ci sta portando questo blog? Domanda forse troppo filosofica, preferisco rispondere in modo più pratico:
- ci permette e ci ha permesso di iniziare relazioni con altri blogger, professionisti del nostro settore e di scambiare idee: penso che in questo modo ci si arricchisca tutti (e infatti ci si legge, ci si commenta, ci si cross-linka…)
- posso immaginare che i clienti o i prospect ci leggano (magari anche i concorrenti, ma lo stesso facciamo noi…nel 2008 credo che questo sia un non-problema)…però non commentano! Noi cerchiamo di creare una conversazione, ma forse questo aspetto non viene colto. Vedremo di lavorare su questo aspetto
- ci permette di mettere nero su bianco le nostre riflessioni, anziché tenercele per noi. A volte è il modo migliore di auto-chiarirsi le idee
Morale: se tornassi indietro, lo rifarei e anche prima!
11 luglio, 2008 at 9:16 am
Ciao Lorenz e Max,
grazie per l’apprezzamento. In effetti lo spirito con cui abbiamo deciso di creare e gestire il nostro blog (http://www.dmsblog.com) è proprio questo: condividere. Che guarda caso è una delle parole chiave che insieme a emozionare, coinvolgere e partecipare ispirano anche le nostre metodologie didattiche e quindi le nostre soluzioni.
Pensiamo che l’e-learning stia cambiando. Ha due strade davanti a sé: modificarsi e raggiungere i risultati tanto sperati, oppure restare uguale a se stesso e vivacchiare come l’ennesimo espediente tecnologico mal gestito avviato al dimenticatoio.
Noi ci sentiamo parte di questo cambiamento. Parte attiva. Comunicare questa nostra convinzione e le nostre esperienze pensiamo possa essere utile per dimostrare che il cambiamento c’è e per il meglio. Di più: è doveroso comunicarlo per far sapere a chi la formazione a distanza l’ha provata rimanendone deluso che c’è un’altra strada.
E allora… stay tuned!
18 luglio, 2008 at 10:38 am
Ciao Amanda (scusa il ritardo, il tuo commento era finito nello spam e l’ho recuperato solo oggi…forse è per quello che non ci sono commenti: il ns filtro è troppo stretto!)
Quello che dici sull’e-learning è vero, anche lo stesso nome e-learning ormai si deve usare faute de mieux, perché non spiega bene di cosa stiamo parlando. Ed è vero che il terreno è un po’ minato da cattive esperienze passate che tanti hanno vissuto (ad esempio, anche il ns vecchio post “maledetta Fad”).
Come sempre diciamo, non è mai (o non solo) una questione di tecnologia: è soprattutto di metodologia e di trovare l’approccio giusto per provocare il cambiamento desiderato.