Il cioccapiatti, o peracottaro o cioccolataio … chi non ne ha mai incontrato uno?
Il problema è che sono diffusi anche in ambito aziendale. Vorremmo proporre qui una breve lista di comportamenti che vi consentono di riconoscere facilmente questa tipologia umana – o aziendale – e quindi di starne lontano.
Ecco i comportamenti più diffusi che abbiamo riscontrato, tenete conto che nella accezione che diamo noi abbiamo ricompreso anche comportamenti non solo “da venditori” ma anche da “cattivi compratori”. Sono altrettanto diffusi, e vi invitiamo a diffidarne.
- “abbiamo una redemption del 100% sulle nostre offerte” (bum!) Morale: questo è quasi la definizione da dizionario…
- cliente che chiede un’offerta urgentissima, inviata in anticipo scapicollandosi, poi sparisce per sempre e non si fa più vivo. Morale: certo che fa parte del gioco, succederà sempre. Ma l’educazione e anche solo 2 righe “abbiamo scelto un altro” costano poca fatica. Purtroppo, si tratta di merce rara.
- i nostri (inserisci a piacere prodotti, servizi, quello che vuoi….) sono i (migliori, più usati….) sul mercato: quando controlli, i prodotti o servizi in questione… non ci sono. Morale: se qualcuno millanta prodotti fantastici e non ce li ha….traete da soli le conclusioni
- cliente che ti fa diventare scemo nell’analisi delle sue esigenze, in pratica ti chiede (e ottiene) consulenza gratuita, spesso fondamentale per consentirgli di raggiungere i suoi obiettivi. Poi, se per caso ti commissiona il lavoro…. non te lo paga perché sono emerse esigenze nuove e le vuole comprese nel prezzo. La morale è che chi ti fa impazzire fin dall’inizio della relazione dovrebbe farti insospettire…
- fornitore non chiaro su cosa è compreso nella sua proposta e cosa non lo è (classica discrasia tra quello che dice il commerciale “certo, c’è tutto, non c’è problema…” e quello che esiste nella realtà “questo c’è e questo no, questo è impossibile e questo andrebbe fatto da zero..”). Il risultato è che in realtà le cose più importanti… non sono comprese e hanno un corso aggiuntivo. La morale: prediligete le offerte chiare, in cui si capisce cosa c’è e cosa no. E se vi dicono “certo, queste funzionalità sono presenti/comprese” pretendete che questa cosa sia scritta. Meglio un po’ di tempo di analisi in più all’inizio che litigare alla fine.
Questa è solo una top 5, ma sono certo che la lista può essere allungata. Chi si sente di aggiungere delle casistiche?
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Per i curiosi, ecco la definizione di Cioccapiatti, la migliore che ho trovato in giro, da: http://warhammer.forumfree.it/?t=53558137
Ah, se volete produrvi nell’imitazione di un emiliano, la pronuncia corretta è con una “c” sola: ciocapiatti.
In Emilia Romagna, in particolare a Modena, si dà del CIOCCAPIATTI a chi millanta di avere grandi doti o spara balle esagerate, anche su qualcosa che ti vuol rifilare, o comunque chi vuol convincerti della bontà del suo punto delle sue idee facendo pressioni verbali, improbabili promesse, eccessiva opera di convincimento, anche alzando il tono.
Il termine cioccapiatti, o colui che fa schioccare rumorosamente i piatti ha origine nelle fiere di paese e nei mercati rionali dove vi era spesso il banco del venditore di stoviglie, in particolare di piatti di ceramica, i quali, si sa, al tempo lasciavano un po’ a desiderare come resistenza agli urti, soprattutto quelli più economici. Ora questo venditore ambulante doveva convincere le massaie della bontà dei suoi articoli, i piatti.
E per farlo posava sul banco un piano fatto di assicelle leggere e flessibili su cui sbatteva di taglio i piatti, facendoli anche rimbalzare con grande perizia. In questo modo, urlando le doti di grande resistenza dei suoi piatti li sbatteva con “forza” su queste assicelle producendo gran rumore.
In realtà sfruttava le doti di elasticità del piano flessibile e il fatto che sbattendo con perizia di taglio il piatto questo risultava assai più resistente all’urto (sempre ben calibrato ovviamente).
8 gennaio, 2013 at 10:41 PM
Che dire ? Credo che ognuno di noi non abbia potuto esimersi da un confronto forzato con più di un cioccapiatti. Purtroppo a tutti noi a volte capita di fare cioccare qualche piatto, anche se involontariamente. L’importante è rendersene conto. Il problema è quando si ciocca troppo spesso, quindi diventa un vizio, un brutto vizio. Il termine cioccolataio (assimilabile al nostro) proviene da Torino. Pare che nell’800 un mastro cioccolataio, diventato molto ricco, ostentava ricchezza in maniera talmente esagerata da fare sfigurare addirittura il Re Carlo Felice, il quale, alquanto disturbato da tale comportamento disse al mastro cioccolataio: ““il re di Sardegna, Cipro e Gerusalemme” uscendo con la sua quadriglia, “non poteva essere scambiato per un cioccolataio”. Ci sarebbe un’altra versione molto simile, ma ci fermiamo qui.
9 gennaio, 2013 at 10:35 am
Ciao Andrea,
grazie del contributo, e occhio ai cioccolatai-cioccapiatti!
24 marzo, 2013 at 5:27 PM
Personaggio ambiguo che spesso ti lusinga dicendoti che era proprio te che cercava per avviare una collaborazione mai vista prima. Finalmente uno preparato che sa quel che vuole e con il quale avviare quel progetto che da tanto volevo avviare. Queste sono le tipiche frasi del cioccapiatti che divide i guadagni e lascia a te le perdite e il lavoro.
25 marzo, 2013 at 10:12 am
Grazie Padre Taz, ottima definizione! Sottoscrivo in pieno, abbiamo avuto anche di questi esemplari….