

Oltre ad essere un brillante e apprezzato blogger (segnalato in svariate classifiche dei migliori blog sull’elearning), oltre ad essere membro della redazione di “eLearn Magazine”, Ryan ha anche un lavoro “vero” come learning manager in una delle principali societá di servizi finanziari del continente, con oltre 5000 dipendenti.
Ovviamente è stata una chiacchierata interessantissima e le cose dette sono state tante, ma se doessi riassumere i due punti principali su cosa muove l’elearning in una grande azienda “aussie” sceglierei questi:
tutto il mondo é paese. Anche in Australia è difficile fare formazione a distanza, ci sono le stesse resistenze umane e manageriali con cui ci confrontiamo in italia e in europa, e i learning manager devono sudare sette camicie per creare engagement e sviluppare nuove abitudini di apprendimento nelle proprie organizzazioni. Purtroppo su questo fronte l’abitudine alle grandi distanze non ha realmente creato un’abitudine maggiore alla formazione a distanza, probabilmente c’è una qualche naturale resistenza umana alla formazione ovunque. Però…
se il paese funziona…funziona. Una forte regolamentazione nell’ambito della formazione aziendale anche a distanza, giá introdotta e consolidata a livello nomativo da anni, aiuta a indirizzare le risorse e concretizzare i progetti. Il ‘contro’ di tutta questa formazione obbligatoria per compliance é che spinge in qualche modo a stare tra le righe senza troppo spazio per sperimentare. Peró, se non altro, consente di fare progetti concreti e magari di costruire a piccoli passi un mindset diverso.
- gamification: sta pensando di introdurla a piccoli passi, con piccoli elementi in progetti più articolati
- social learning: forse un giorno…
- mobile: per ora assicuriamoci che i moduli multimediali funzionino decentemente almeno sui tablet, magari su smartphone, poi si vedrá se sarà possibile implementare progetti elearning basati sul mobile.
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