La condizione denominata ADHD è in aumento anche tra gli adulti. Oggi, dunque, abbiamo preso spunto da questo articolo per parlare di come creare corsi elearning più accessibili a e fruibili da tutti.

L’ADHD o disturbo da deficit di attenzione e iperattività è una condizione che, come dice il nome stesso, combina l’incapacità di regolare l’attenzione a impulsività, reattività emotiva e, talvolta, iperattività. Si tratta di una condizione che può creare difficoltà nella costruzione delle relazioni, anche professionali, e portare a problemi di comunicazione e di gestione del tempo. È anche, però, spesso caratterizzata da energia, creatività e capacità di risolvere i problemi in maniera innovativa. Mentre prima l’ADHD era associato in modo particolare ai bambini, ora sappiamo che in Europa circa il 5% della popolazione adulta ne è colpita.

Se da una parte per le aziende la presenza di una forza lavoro neurodiversa può essere un vantaggio, dall’altra è importante che l’offerta elearning destinata a questo tipo di discenti sia adeguata.

Corsi “ADHD-friendly”: alcuni suggerimenti

Slide pulite

Come dicevamo, una delle caratteristiche dell’ADHD è l’incapacità di regolare l’attenzione, il che significa che la persona può passare da una condizione di iper-concentrazione a una, per così dire, di dispersione, in un lasso di tempo molto breve. Nei momenti in cui il focus è fluttuante, la persona con ADHD può provare grande frustrazione. Quando si tratta di elearning, dunque, è importante non alimentare questo stato con orpelli inutili. Le slide dovrebbero avere un layout ordinato, molto spazio bianco ed evitare elementi superflui che possano interrompere il flusso di apprendimento.

Bando alla noia

Sebbene i neurodivergenti apprezzino la regolarità e la coerenza, il loro cervello va anche alla ricerca della novità e dell’imprevisto. Quindi, se le slide devono essere ordinate, non devono però essere ripetitive o prevedibili. È consigliabile utilizzare un numero ridotto di layout cercando, però, di essere creativi per garantire un buon equilibrio tra coerenza e novità. Una soluzione potrebbe essere quella di mantenere i layout simili ma di variare l’interattività all’interno di essi.

Microlearning: si o no?

Il microlearning potrebbe sembrare una panacea per il discente con ADHD, ma non è sempre così. Il pericolo è che il discente con ADHD completi un paio di unità e interrompa il corso. Per molti versi, è meglio catturare la loro attenzione in anticipo e cercare di mantenerla fino in fondo. Per questo, ci si può sicuramente ispirare al microlearning, ad esempio segmentando il corso in blocchi di dimensioni ridotte organizzati secondo una chiara tabella di marcia e offrendo la possibilità di monitorare i progressi in tempo reale.

Promemoria per le pause

Come dicevamo, l’altra faccia della dispersione è l’iperfocalizzazione. Iperfocalizzazione significa che l’attenzione della persona “si fissa” su una cosa a spese di tutto il resto. Per alcuni, i periodi di iperfocalizzazione possono durare dalle 12-16 ore, talvolta senza pause per acqua o cibo. Per questo è importante creare un programma di apprendimento che comprenda promemoria per le pause. Meglio ancora sarebbe creare delle pause inserendo un conto alla rovescia obbligatorio di 10 minuti tra le sezioni.

Incoraggiamento

Le persone con ADHD sono molto più ricettive a incoraggiamenti ed elogi dei neurotipici. Nell’elearning è dunque importante creare sempre feedback positivi. Ancora meglio sarebbe fornire feedback personalizzati.

Esempi dal mondo reale

Le persone con ADHD hanno un’eccellente capacità di risolvere i problemi in maniera creativa. Faticano, però, a immaginare situazioni astratte o a interpretare domande “umoristiche”. Usare scenari reali, specialmente se risolti utilizzando un approccio di pensiero laterale, può essere fondamentale per mantenere l’attenzione del discente con ADHD e garantirne la partecipazione.

No alla gamification

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la gamification non è la risposta ideale per i discenti con ADHD, perché spesso esacerba alcune caratteristiche, per così dire, negative, di questa condizione, come l’iper-attenzione, l’iper-competitività e la reattività emotiva; queste potrebbero, infatti, prendere il sopravvento a scapito di tutto il resto, incoraggiando il partecipante ad assumere comportamenti socialmente indesiderabili. Meglio, quindi, creare un corso più ponderato che tenga conto di tutti gli aspetti dell’ADHD piuttosto che concentrarsi erroneamente su una capacità di attenzione ridotta.

In conclusione, dal momento che l’ADHD è in costante aumento tra gli adulti, vale la pena creare un elearning compatibile. Ciò non richiede, in realtà, una completa revisione delle pratiche standard, ma solo una maggiore consapevolezza delle esigenze delle persone neurodivergenti.

Se vuoi approfondire il tema dell’accessibilità dei corsi elearning, leggi questo articolo.