Segnalo alcune riflessioni che Marketing Usabile ha pubblicato nei giorni scorsi, toccando in qualche modo gli stessi temi discussi anche nei nostri ultimi post. Parla di quello che definisce “apprendimento liquido”, contestando le resistenze che molte imprese sembrano avere nel riconoscere la conoscenza acquisita e alimentata attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali collaborative.
L’autore evidenzia in modo significativo alcune competenze trasversali che possono essere più sviluppate in chi è abituato ad usare il web come canale di aggiornamento e autoformazione, e come questo cambiamento stia emergendo soprattutto tra i lavoratori più giovani. Trovate i due post qui:
http://marketingusabile.blogspot.com/2008/09/apprendimento-liquido.html
http://marketingusabile.blogspot.com/2008/09/conoscenza-liquida.html
I miei dubbi nel riportare queste rflessioni alla realtà della formazione in azienda sono i soliti: non tutti hanno la capacità di gestire autonomamente il proprio aggiornamento come comportamento quotidiano, questa skill è ancora propria di professionisti o lavoratori di profilo medio-alto; un’azienda deve però preoccuparsi delle competenze di tutti i suoi dipendenti e collaboratori. Inoltre, tutto ciò che è liquido e non strutturato è per sua natura difficile da misurare e valutare: difficile per un azienda valorizzare qualcosa che non può (o non sa) valutare.
E’ indiscutibile che queste competenze siano un enorme valore aggiunto, la sfida oggi consiste nel riuscire a realizzarle a livello aziendale e non solo a livello individuale.
PS: Interessante anche questa presentazione segnalata sullo stesso blog:
E’ vero: Google è il più diffuso strumento di elearning in azienda! 😀
29 settembre, 2008 at 11:32 am
Non solo in azienda….
Scherzi a parte, quello che dice Maurizio su Marketing usabile (e quello di cui parla Gianluca su Minimarketing.it) è molto vero. Sono anche molto d’accordo sul fatto che la nuova conoscenza liquida è funzione della qualità delle relazioni, delle fonti informative e – soprattutto della capacità di estrarre valore dalla conoscenza . Forse è su quest’ultimo punto che occorre focalizzarsi.