Università online, comunità per imparare online (o per insegnare online) sono sempre esistiti, più o meno da quando esiste il web. Tanto per dire, c’è la storica (fondata 40 anni fa!) Open University (http://www8.open.ac.uk/) che è anche in Italia (http://www8.open.ac.uk/europe/in-your-country/italy).

L’impressione è che – anche sfruttando le opportunità derivate dalla sempre maggior diffusione della connettività web e delle piattaforme di comunicazione o social networking open source – questo tipo di iniziative si stiano diffondendo ancora di più e magari stiano facendo qualche passo avanti.

Sul fronte delle comunità universitarie online, ad esempio, c’è l’iniziativa MITxdel prestigioso MIT americano. Ne parla Punto Informatico qui

Sul fronte delle community non universitarie, invece, sempre punto informatico parla di e-socrates qui.

L’amico Fabio Ballor – apprendiamo su LinkedIn – segnala invece Insegnalo, il social learning rivolto agli insegnanti (“Diventa insegnante online in 3 minuti”).

Qualche anno fa anche noi avevamo pensato a un ipotetico portale YouTeach, poi avevamo deciso di restare sul nostro core business, cioé le aziende e non i privati. A quanto pare, Insegnalo sembra andare proprio in questa direzione.

Al di là del successo di queste o altre singole iniziative, la nostra impressione è che sul fronte dei privati questa possa essere una tendenza reale e con buone prospettive, anche di business. C’è anche il grande tema dell’apprendimento in mobilità, dove ci pare che le applicazioni o i podcast disponibili su iTunes o su altri marketplace facciano già la parte del leone per supportare l’apprendimento o l’aggiornamento individuale delle persone.

Ad esempio, ecco qualche notizia che riguarda la Apple, che investe sull’editoria digitale:

La cosa più interessante ancora però è che di conseguenza approccia anche l’elearning: http://www.apple.com/it/education/itunes-u/

Su Apple, comunque, Mantellini dice già qualcosa di molto condivisibile e …definitivo: http://www.mantellini.it/?p=17468

Tutto questo però è molto lontano dall’influenzare la formazione aziendale, visto che la caratteristica di tutte queste iniziative è di essere user-centered, informali, flessibili e comunque tarate sul singolo individuo (e sulla sua motivazione). Non che sia un difetto, anzi: magari per l’apprendimento del singolo (motivato) è anche meglio. Ma per un’azienda, mancando l’aspetto del monitoraggio, della gestione e della misurazione dell’apprendimento, tutto questo non è neanche lontanamente sufficiente o utile.

L’unico modo che vedo per far incontrare i due mondi (formazione aziendale e open learning communities) è che in futuro, con una grande disponibilità di corsi gratis online, su certi argomenti trasversali le aziende dicano:

  • ti devi aggiornare su questo o quell’argomento, entro la tal data
  • online c’è tutto quello che vuoi, gratis
  • arrangiati, basta che poi mi dai un riscontro di quello che hai imparato.

Per ora mi pare fantascienza. (Anche se io quasi quasi lo farei… 🙂 )

Che ne dite?