Un interessante post da The eLearning coach sull’utilizzo dei podcast nell’elearning Continua a leggere “Usare i podcast per l’elearning”
Fino a qualche anno fa, quando si parlava di elearning nelle aziende, si evidenziava l’importanza di affiancare la formazione in aula con la formazione online: un cocktail di metodologie formative che aumenta e assicura successi nel campo della formazione dei propri dipendenti. Il blended learning rappresentava pertanto la miglior chiave di riuscita per progetti formativi aziendali che coinvolgono dipendenti, volenterosi e non, di apprendere.
La situazione si è però evoluta!
Spesso, anche se non sempre, il cliente riconosce sin da subito l’importanza dell’adozione del blended learning: progettare piani formativi in aula con momenti di apprendimento on line risulta addirittura scontato. Continua a leggere “Pensare social learning”
Social learning, collaborative learning……. Parlarne, se ne parla da anni. Come abbiamo detto già varie volte difficilmente abbiamo incontrato delle vere esperienze in merito. Continua a leggere “Elearning e wiki: finalmente un esempio concreto e aziendale (ma non è elearning)”
Università online, comunità per imparare online (o per insegnare online) sono sempre esistiti, più o meno da quando esiste il web. Tanto per dire, c’è la storica (fondata 40 anni fa!) Open University (http://www8.open.ac.uk/) che è anche in Italia (http://www8.open.ac.uk/europe/in-your-country/italy).
L’impressione è che – anche sfruttando le opportunità derivate dalla sempre maggior diffusione della connettività web e delle piattaforme di comunicazione o social networking open source – questo tipo di iniziative si stiano diffondendo ancora di più e magari stiano facendo qualche passo avanti.
Sul fronte delle comunità universitarie online, ad esempio, c’è l’iniziativa MITxdel prestigioso MIT americano. Ne parla Punto Informatico qui.
Sul fronte delle community non universitarie, invece, sempre punto informatico parla di e-socrates qui.
L’amico Fabio Ballor – apprendiamo su LinkedIn – segnala invece Insegnalo, il social learning rivolto agli insegnanti (“Diventa insegnante online in 3 minuti”).
Qualche anno fa anche noi avevamo pensato a un ipotetico portale YouTeach, poi avevamo deciso di restare sul nostro core business, cioé le aziende e non i privati. A quanto pare, Insegnalo sembra andare proprio in questa direzione.
Al di là del successo di queste o altre singole iniziative, la nostra impressione è che sul fronte dei privati questa possa essere una tendenza reale e con buone prospettive, anche di business. C’è anche il grande tema dell’apprendimento in mobilità, dove ci pare che le applicazioni o i podcast disponibili su iTunes o su altri marketplace facciano già la parte del leone per supportare l’apprendimento o l’aggiornamento individuale delle persone.
Ad esempio, ecco qualche notizia che riguarda la Apple, che investe sull’editoria digitale:
- http://punto-informatico.it/3404047/PI/News/apple-va-scuola.aspx
- http://edition.cnn.com/2012/01/19/tech/mobile/apple-ibooks-2/index.html
- http://www.theverge.com/2012/1/19/2718324/apple-announces-textbook-deals
La cosa più interessante ancora però è che di conseguenza approccia anche l’elearning: http://www.apple.com/it/education/itunes-u/
Su Apple, comunque, Mantellini dice già qualcosa di molto condivisibile e …definitivo: http://www.mantellini.it/?p=17468
Tutto questo però è molto lontano dall’influenzare la formazione aziendale, visto che la caratteristica di tutte queste iniziative è di essere user-centered, informali, flessibili e comunque tarate sul singolo individuo (e sulla sua motivazione). Non che sia un difetto, anzi: magari per l’apprendimento del singolo (motivato) è anche meglio. Ma per un’azienda, mancando l’aspetto del monitoraggio, della gestione e della misurazione dell’apprendimento, tutto questo non è neanche lontanamente sufficiente o utile.
L’unico modo che vedo per far incontrare i due mondi (formazione aziendale e open learning communities) è che in futuro, con una grande disponibilità di corsi gratis online, su certi argomenti trasversali le aziende dicano:
- ti devi aggiornare su questo o quell’argomento, entro la tal data
- online c’è tutto quello che vuoi, gratis
- arrangiati, basta che poi mi dai un riscontro di quello che hai imparato.
Per ora mi pare fantascienza. (Anche se io quasi quasi lo farei… 🙂 )
Che ne dite?
Penso di poter affermare con estrema sicurezza che a ognuno di noi è capitato almeno una volta, di leggere una mail e fraintendere il “tono” utilizzato, perdersi nelle descrizioni o lunghe spiegazioni, non capire nemmeno chi sia o che ruolo ricopra il mittente e ritrovarsi a leggere e rileggere la mail nella speranza di poter comprendere qualche indizio in più sul misterioso contenuto.
Nel mondo dell’elearning comunichiamo per la maggior parte del nostro tempo scambiandoci mail, postando all’interno di un forum, scrivendo brevi comunicazioni nella messaggistica istantanea o condividendo il percorso formativo in un aula virtuale. Una delle tante caratteristiche che contraddistingue questi strumenti è la comunicazione mediata dal computer, la cosiddetta CMC.
Durante una normale conversazione faccia a faccia, oltre alle parole si percepiscono molte altre informazioni legate alla comunicazione non verbale (il linguaggio del corpo).
Tali informazioni risultano di primaria importanza in quanto ci danno la possibilità di capire il “tono” utilizzato dal mittente: scherzoso, adirato, ironico, serio, paziente, impaziente etc. Nella CMC la percezione visiva di tutte queste informazioni è oggettivamente assente; per questo motivo è indispensabile percorrere delle strade alternative al fine di raggiungere lo stesso obiettivo. Nonostante la conoscenza della CMC sia di particolare rilevanza, molti “addetti ai lavori” spesso ne perdono di vista l’importanza
Di seguito riporterò solo alcuni piccoli consigli che personalmente rappresentano i miei punti cardine nel comunicare in forma scritta non solo nel mondo dell’elearning ma nell’ambito lavorativo in generale:
- Uso delle Emoticons: un uso intelligente delle famose “faccine” fa capire a colpo d’occhio il tono con cui leggere la frase. Le Emoticons non sono altro che normali caratteri il cui assemblamento riproduce la mimica facciale 🙂 😦 Nella loro semplicità riescono a simulare le emozioni che si celano dietro le parole scritte. Un’ emoticon simula infatti la mimica facciale e grazie al loro utilizzo si possono manifestare stati d’animo ben precisi e, seppur limitate per la loro ovvia incompletezza, esse rappresentano un segnale importante nel tentativo di limitare gli inconvenienti comunicativi nelle community.
- Uso delle immagini o screenshot di videate: Molto spesso nel comunicare con i discenti ( e non solo… 😉 ) ci si trova a dover spiegare la procedura per l’utilizzo di un determinato strumento o per accedere a un corso o, semplicemente, la procedura per aumentare il volume nel pc. Al fine di fornire una spiegazione più chiara possibile è sempre consigliabile utilizzare delle schermate che rappresentano passo dopo passo la procedura da seguire…
- Formattazione e Schematizzazione del contenuto: L’uso di elenchi puntati, la suddivisioni in pragrafi, l utilizzo del grassetto, del corsivo, del sottolineato permettono di migliorare la comprensione del contenuto di una mail o comunicazione scritta. Molto spesso la parola d’ordine è: Siate chiari e concisi!
- Saluti personalizzati: Chi ben comincia è a metà dell’opera…. E’ sempre bene iniziare una mail salutando il destinatario specificandone il nome del destinatario, al fine di personalizzare sin dal principio la mail e non dare al destinatario la brutta sensazione di aver ricevuto una mail automatica o generata dal computer.
L’opera si termina nello stesso identico modo, salutando e augurando solitamente una buona formazione, augurio seguito dalla propria firma.
Per coerenza, termino l’articolo salutando e augurandovi una buona lettura 🙂
Luisiana
Articolo un po’ off-topic rispetto ai temi che trattiamo di solito, ma i modi concreti con cui le persone apprendono sono sempre interessanti. Lo spunto è l’interessante articolo di Marketingando , relativo a Scuola e Social Media. Continua a leggere “Faccio i compiti su Skype”
Uno degli errori che con maggiore frequenza si tende a commettere nella gestione di percorsi formativi on line consiste nel lasciare il discente alla propria individualità. Solitamente si presta particolare attenzione agli aspetti tecnologici della piattaforma, alle funzionalità che la caratterizzano, alle comunicazioni ai singoli discenti che dovranno accedervi, fattori che io stessa ritengo fondamentali ma spesso si tralascia l’importanza della cosidetta “community” nostante rappresenti un fattore in grado di potenziare l’intera attività di formazione, arricchendola di un notevole valore aggiunto.
Nella mia esperienza ho sempre cercato di evidenziare ai clienti quanto possa essere utile l’apprendimento collaborativo nella formazione in rete e non di rado i risultati sono stati più che soddisfacenti.
È inutile infatti negare che in piattaforma si sconta l’assenza di determinati fattori, quale il contatto diretto con altri discenti o con il docente; proprio per questo, l’apprendimento collaborativo costituisce una reale opportunità di dare vita ad una didattica più efficace, in cui prevalga una costruzione critica e argomentata del sapere al posto di una recezione isolata e passiva delle informazioni. Evidenti sono i vantaggi di un simile approccio collaborativo: si riduce la difficoltà di apprendimento, si aiuta a comunicare meglio, mettendo a confronto le diverse idee, e di conseguenza si favorisce la condivisione delle opinioni, anche quando queste riguardino specifiche, e sempre possibili, difficoltà o problematiche.
Nei primi anni della mia attività di consulenza, notavo con piacere che che all’interno della progettazione dei percorsi formativi veniva attribuito un sufficiente spazio a strumenti quali chat, forum e aula virtuale. La presenza di questi strumenti consentiva, con grandi benefici, la possibilità di alternare ed integrare momenti di apprendimento individuale con sessioni di apprendimento collaborativo Un semplice forum, ad esempio, rappresentava lo strumento didattico in cui il discente aveva la possibilità di leggere le opinioni altrui ed esprimere le proprie, consultare i quesiti posti dagli altri discenti e riportare i propri, condividere la propria esperienza e, perché no, giocare anche il ruolo di esperto. Inoltre, quanto scritto sul forum rimaneva consultabile nel tempo e permetteva un ripasso continuo di materiale didattico creato dagli stessi discenti.
Mi sembra di capire che le cose siano cambiate…
L’attenzione verso gli aspetti informatici è rimasta consistente ed è anzi aumentata, anche grazie agli sviluppi che dal punto di vista tecnologico consentono di realizzare piattaforme sempre più vicine alle esigenze del discente.
Ma l’attenzione nei confronti della community è ancora presente? Il forum, le chat, le aule virtuali, le potenzialità del tanto menzionato “web 2.0” vengono realmente sfruttate nella formazione on line? Viviamo indubbiamente in un periodo in cui l’avvento dei social network favoriscono la condivisione dei propri pensieri e del proprio sapere a volte anche a scapito della realtà materiale e concreta che ci circonda. Può addirittura capitare che la comunicazione tra gli individui e i rapporti di amicizia siano perlopiù caratterizzati da scambi di foto, video e sms, o che le informazioni che si danno in un profilo, o il numero di post inseriti nella propria bacheca, contino più della personalità o del carattere di una persona.
Se tutto questo è vero, pongo una domanda: è realmente possibile che nella formazione on line non vengano pienamente sfruttati gli aspetti positivi che solo le community possono assicurare?
Questo gruppo è aperto a tutti coloro che lavorano o sono impegnati in progetti di e-learning, professionisti del settore ma anche docenti, formatori o studenti che hanno esperienze da condividere e intendono approfondire queste tematiche. L’obiettivo del gruppo è la creazione di una comunità online che consenta di trovare soluzioni, pubblicare informazioni e news, proporre progetti ed idee e creare collaborazioni nell’ambito di questo settore.
(descrizione del gruppo Linked In “la comunità dell’e-learning”)
Da circa un mese è attivo su Linked In un nuovo gruppo: ve lo segnalo perché – rispetto ad altri che ho frequentato in passato o che frequento tuttora sul tema dell’e-learning – c’è un buon livello di discussioni e di partecipazione su temi interessanti. E visto che i membri sono per ora attorno ai 170 non ci si “perde” come ad esempio nel gruppo E-learning Guild.
Una scelta delle ultime discussioni dal gruppo:
- Un tool per la Web Conference
- La tecnologia senza la “testa” (del cliente e del professionista e-learning) non funziona
- secondo voi l’e-learning può sostituire completamente l’insegnamento d’aula?
E’ una storia che racconto spesso, ma di cui non ho mai scritto nulla. E’ una storia del 2003, e riguarda una parola chiave che va di moda ora (e che all’epoca non si usavano): apprendimento collaborativo.
Tutte le volte che mi chiedono di parlare di modelli di apprendimento collaborativo, racconto sempre di questa esperienza svedese (Kooperativ Konsult di Goteborg, Svezia, assieme all’Università di IT di Goteborg) che ho conosciuto in un progetto Leonardo appunto nel 2003. Continua a leggere “Gli svedesi e l’Allodola”