Quando possiamo, ci piace evidenziare quei progetti che vedono nell’elearning un ottimo strumento di supporto formativo, rieducativo e di crescita per persone svantaggiate. Tempo fa, avevamo sottolineato un progetto che interessava la formazione negli ospedali, oggi vogliamo focalizzare l’attenzione sull’uso dell’elearning nei carceri minorili.
Il progetto
Il progetto @URORA, AUsilio per il Recupero, l’Orientamento ed il Reinserimento degli Adolescenti del penale, promosso dal Ministero della Pubblica Istruzione, dalla Direzione Generale per i Servizi Informativi, dal Ministero della Giustizia e dal Dipartimento per la Giustizia Minorile, prevede la realizzazione di una piattaforma di elearning e una rete telematica che mette in comunicazione tra loro i 18 Istituti Penali per Minorenni, le 12 Comunità ministeriali minorili e le Scuole pubbliche associate. Possono usufruire dei laboratori anche i giovani dell’area penale esterna in carico ai 29 Uffici Servizio Sociale per i minorenni della Giustizia minorile.
Gli obiettivi
Obiettivo del progetto @URORA, consiste nell’utilizzare l’elearning per formare i minori sottoposti a provvedimento penale e creare nuove figure professionali che possano candidarsi nel mondo del lavoro una volta terminato il proprio percorso di reinserimento e crescita.
La formazione verte su vari campi, dal settore commerciale a quello pubblicitario al mondo del web management. L’obiettivo primo di tale progetto è quindi quello di facilitare il reinserimento sociale offrendo ai ragazzi dei percorsi formativi professionali, affini alle discipline informatiche che spaziano dall’alfabetizzazione informatica alle modalità di utilizzo delle apparecchiature tecnologiche fornite dal progetto.
La strategia didattica
Con il progetto @URORA si è cercato di rispondere all’esigenza di una offerta formativa che tenesse presenti le caratteristiche rilevanti dei minori sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria minorile :
– poche competenze e risorse a livello personale, familiare e sociale;
– fatica a stare dentro i percorsi scolastici e formativi tradizionali;
– difficoltà a costruire percorsi coerenti e continuativi;
I corsi formativi sono stati costruiti, pertanto, cercando di considerare:
– i tempi di permanenza dei minori, che spesso risultano brevi e comportano di conseguenza continui mutamenti nella composizione dei gruppi in formazione;
– i diversi livelli di preparazione dei minori;
– i diversi contesti di provenienza;
– la disaffezione per situazioni formative strutturate e continuative, in alcuni casi generate da una storia di insuccesso scolastico ripetuto, in altri casi generate dal background di provenienza;
– le storie personali di trasgressione e rifiuto di regole.
Pertanto i corsi intendono promuovere e assicurare:
1) la diversificazione dell’offerta per non discriminare i destinatari in particolare per i minori in condizioni di restrizione;
2) la personalizzazione e al limite l’individualizzazione ma senza isolare cioè mantenendo il minore in un contesto di relazione educativa ricca, significativa e interessante;
3) la continuità di percorso anche nella discontinuità e intermittenza della fruizione
4) la flessibilità in un quadro di garanzie istituzionali di livello nazionale che qualifichi la dimensione regionale degli standard di competenze di base e tecnico-professionali, delle modalità di certificazione degli apprendimenti.
Si tiene a ricordare che l’’adesione da parte dei ragazzi è assolutamente volontaria al fine di evitare che la formazione possa essere paragonata alla pena!!
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