Di recente (Novembre 2015), la Brandon Hall ha pubblicato il suo rapporto annuale sui trend del mercato LMS.
Nel report, sponsorizzato da Docebo, Brandon Hall illustra come e perché le organizzazioni stanno ripensando il proprio approccio alle tecnologie per la formazione.
Secondo i risultati del gruppo di ricerca, le aziende potrebbero muoversi verso stili di gestione formativa che incorporano social e informal learning.
Abbiamo letto il report per voi (lo trovate sul blog di Docebo) e abbiamo provato a sintetizzarlo:
- Su 17 item, la soddisfazione espressa dagli intervistati per il loro attuale LMS non supera i 3,5 punti su 5. Non un gran che… e il dato non è cambiato dal 2012 ad oggi. Il 64% pensa di rinnovare il proprio LMS, il 20% pensa di sostituirlo. Il 38% si sta comunque informando per sostituirlo. Interessante il fatto che il 31% NON lo raccomanderebbe a un collega.
- Queste le ragioni di insoddisfazione: essenzialmente, i management ritengono di pagare troppo per sistemi difficili da usare, senza le funzionalità necessarie, datati e che non forniscono le reportistiche o metriche necessarie
- scarsa attenzione al cliente
- volontà di spostarsi sul cloud
- mancanza di strumenti social o collaborativi
- difficile da usare
- aspetto datato
- Se il mercato degli LMS ha avuto un grande successo negli ultimi 15 anni e la tecnologia continua ad avanzare, sembra si stia arrivando a un punto di rendimenti decrescenti.
- Potrebbe essere il momento in cui la risposta non è più semplicemente cambiare da un LMS all’altro, ma una strategia completamente nuova
- Tra le 10 ragioni per cui le imprese vogliono cambiare, a parte questioni come spostarsi verso il cloud o una mancanza di features sociali/collaborative, al numero 1 c’è che i bisogni formativi dell’organizzazione sono cambiati
- gli strumenti collaborativi nelle tecnologie della formazione aiutano le imprese a promuovere la parte “20%” del modello 70/20/10 (un modello secondo cui il 70% dell’apprendimento aziendale avviene on the job, il 20% con apprendimento informale, coaching e mentoring e il 10% con il training formale.
- Sembra che le imprese comincino a vedere le cose che cercano meno come caratteristiche di una piattaforma elearning e più come componenti di un nuovo approccio più modulare
- Anche l’LMS più facile da usare pare comunque troppo complesso per quello che le imprese vogliono ottenere dalla formazione: forse la risposta … non è una piattaforma LMS
- I fornitori di piattaforme stanno facendo miglioramenti incrementali verso quello che le imprese cercano, ma non paiono poterci arrivare.
Qui le principali Call to Action
Qui sotto una tabella con i 6 punti principali emersi dalla ricerca.
Insomma: il titolo Is It Time for Something Different? sembrerebbe del tutto giustificato.
Molte di queste riflessioni ci paiono sviluppi ulteriori di trend che abbiamo già notato negli anni scorsi, che probabilmente arrivano ora alla maturazione. E ci arrivano a quanto pare in modo inaspettatamente radicale, suggerendo la necessità di un cambiamento di paradigma. In soldoni, gli LMS sono applicativi complessi, le necessità di formazione delle aziende lo sono altrettanto, e probabilmente l’aggiunta continua di funzioni a un meccanismo per sua natura “rigido” non sta dando buoni risultati. Dopo anni di tentativi, probabilmente le imprese percepiscono che forse hanno più bisogno di far parlare tra di loro tecnologie e metodologie diverse (possibile solo se le tecnologie sono aperte e modulari) che di arricchire sempre di più una tecnologia esistente e che ha magari raggiunto i limiti di quello che può consentire di fare. E percepiscono che non c’è un vero e misurabile ritorno su un investimento sempre più elevato: dalla ricerca emerge che chi spende $15 a utente è MENO soddisfatto di chi ne spende $5.
La ricerca non mi pare prenda in considerazione gli LMS Open Source che – come sapete – rappresentano il segmento in cui ci muoviamo noi. Le considerazioni espresse valgono lo stesso e – per quanto mi riguarda – mi confermano che c’è ancora parecchio cammino da fare nella direzione dell’integrazione con altri applicativi (o applicazioni mobile). Al tempo stesso, la strada che alcuni applicativi Open Source hanno imboccato e stanno imboccando mi pare che vada nella direzione giusta.
Oltre al tema della tecnologia, l’aspetto più interessante mi paiono le 4 call to action: usate la tecnologia per supportare l’apprendimento, non per dettare come deve essere fatto. Nel nostro piccolo, da anni predichiamo il fatto che la tecnologia deve essere trasparente e che tutto sommato è quasi irrilevante, e che ben più importante è progettare un modello di formazione che funzioni e che faccia uso degli strumenti tecnologici anziché esserne usato. Naturalmente, una buona progettazione che può sfruttare uno strumento di gestione ben progettato, che può raccogliere dati da molteplici fonti e tenerle assieme in modo sensato è la combinazione vincente. E per quello, un qualche tipo di “collettore” serve e servirà sempre. Se non sarà un LMS, sarà qualcosa che ci assomiglierà molto :-).
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