Ingrandire la scatola, o uscire dalla scatola?
O, meglio ancora: dove dobbiamo andare?
Una definizione condivisa (nel senso che è la più “copiata” online…) dice: “Extended Enterprise Learning is any training that is provided to learners outside of your organization. The training could be targeted at dealers, channel distribution partners, suppliers, resellers, franchisees, and even your customers.”
Ok, tutto bello, ma sapete dove sta il problema secondo me?
A parte che questo EET mi puzza molto di un ennesimo tentativo di rivendere la solita roba vecchia a qualche interlocutore nuovo, da parte di qualche fornitore di elearning soffocato nell’affollato sgabuzzino dei corsi obbligatori… a parte questo penso che il tema vero prima di estendere il training fuori dalla propria organizzazione, sia quello di estendere il training dentro la propria organizzazione.
E non intendo solo “fare più training”, ma anche e soprattutto di farlo in maniera più ampia e trasversale…più estesa. Perchè l’elearning è spesso visto come quella cosa che ti toglie la rottura dei corsi obbligatori, e magari un po’ di costi. Una scatoletta chiusa. Pochi ancora fanno un piccolo passo in più per chiedersi in che modo questi strumenti potrebbero supportare e potenziare senza sostituirli i processi di formazione d’aula (il famoso “blended” che pochi fanno davvero), il coaching, la condivisione della conoscenza, e così via.
Ma come fare? Direi che serve lavorare su due fronti:
- aprire una maggiore collaborazione tra le diverse funzioni aziendali, e
- contaminare i linguaggi e gli strumenti dell’elearning con quelli del marketing e della formazione manageriale (che spesso vede ancora l’elearning quasi come un antagonista).
Nelle prossime settimane vedremo di approfondire queste due strade…
Rispondi