Prendiamo spunto da questo articolo per parlare dell’entrata in vigore delle nuove linee guida della Pubblica Amministrazione sull’acquisizione e il riuso di software che dovrebbero favorire l’impiego di soluzioni open source: una rivoluzione che ci tocca da vicino!

L’Agenzia per l’Italia Digitale ha adottato il mese scorso le “Linee guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche amministrazioni“, in attuazione degli articoli 68 e 69 del Codice dell’Amministrazione Digitale.

Le nuove Linee guida stabiliscono l’obbligo per le Pubbliche Amministrazioni di pubblicare in open source tutto il proprio codice, e di valutare software già esistenti prima di realizzarne uno nuovo.

Le Linee guida stabiliscono, inoltre, che:

  • le Pubbliche Amministrazioni dovranno svolgere una valutazione comparativa prima di acquisire software, privilegiando ciò che di open source è già disponibile;
  • in caso contrario, lo sviluppo di nuovo software o l’acquisto di licenze di software proprietario dovranno essere sempre motivati;
  • tutto il software sviluppato per conto della Pubblica Amministrazione dovrà essere reso disponibile con una licenza open source in un repository pubblicamente accessibile e inserito nel catalogo di Developers Italia.

Sembrerebbe il punto di partenza di un processo di evoluzione culturale dove le PA sono le protagoniste nell’utilizzo del software di tipo aperto, con l’obiettivo di mettere a disposizione delle altre Amministrazioni e della collettività ogni investimento di una pubblica amministrazione. Ciò permetterà anche di ottimizzare la condivisione di soluzioni e di semplificare le scelte di acquisto e gli investimenti in tema di servizi digitali.