In uno scenario internazionale in continuo cambiamento, quale futuro ha la formazione su DEI?

DEI: un acronimo sempre più presente nella formazione aziendale

Negli ultimi anni, soprattutto dopo il 2020, i corsi DEI – acronimo di Diversity, Equity and Inclusion – sono diventati parte integrante delle strategie formative di molte aziende. Eventi globali come il movimento Black Lives Matter, le discussioni sull’equità di genere e la maggiore attenzione alla salute mentale hanno spinto organizzazioni di ogni settore a investire in percorsi volti a promuovere ambienti di lavoro più inclusivi, equi e rispettosi delle differenze.

Il mondo dell’elearning ha risposto con un’offerta formativa sempre più ricca e mirata: corsi, workshop interattivi, scenari simulati e contenuti microlearning hanno contribuito a diffondere la cultura DEI nelle aziende, con il coinvolgimento attivo di HR, manager e dipendenti. In Italia, la formazione DEI (Diversità, Equità e Inclusione) non è obbligatoria per legge, ma esistono normative e linee guida che incoraggiano le aziende ad adottare pratiche inclusive. Tra queste: il Codice delle Pari Opportunità, la certificazione di parità di genere UNI/PdR 125:2022, il PNRR, e gli standard legati alla responsabilità sociale d’impresa e ai bilanci ESG. La formazione DEI, quindi, pur non essendo vincolata da un obbligo formale, è fortemente raccomandata per promuovere ambienti di lavoro equi e inclusivi, e per dimostrare l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità sociale e il benessere organizzativo.

Stati Uniti e DEI: una fase di ridefinizione tra politica e formazione

Oggi questo scenario sembra attraversare una fase di ridefinizione. Negli Stati Uniti – da sempre un termometro per le tendenze globali – si assiste a un’ondata politica e culturale che mette in discussione l’approccio DEI. L’ascesa di figure conservatrici ha riportato alla ribalta narrazioni che considerano i programmi DEI come ideologici, divisivi o addirittura controproducenti. Di conseguenza alcune università americane hanno ridimensionato i propri dipartimenti DEI, e alcune aziende stanno riformulando i contenuti dei corsi per evitare attriti in ambienti polarizzati. La questione è diventata politica, e come spesso accade, la formazione non ne è immune.

È lecito domandarsi se questa evoluzione ponga nuove sfide per chi progetta contenuti formativi online. Ci si chiede se i corsi DEI non scompariranno del tutto o se, magari, si trasformeranno, spostando l’enfasi si sposta su concetti meno polarizzanti o apparentemente divisivi, ma ugualmente importanti: cultura del rispetto, leadership empatica, wellbeing, sicurezza psicologica, collaborazione interculturale.

Nonostante i possibili cambiamenti, l’interesse verso ambienti di lavoro più inclusivi resta alto. I lavoratori – soprattutto le nuove generazioni – continuano a chiedere aziende che promuovano il rispetto, la valorizzazione delle diversità e il benessere individuale. In questo contesto, l’elearning ha un ruolo chiave: può contribuire a mantenere viva la conversazione sull’inclusione, anche quando il contesto esterno sembra meno favorevole. Lo può fare offrendo corsi accessibili, flessibili, concreti e capaci di parlare a pubblici diversi senza perdere la forza dei contenuti.

La formazione DEI in Italia tra consolidamento e sfide future

Sebbene queste dinamiche abbiano un’eco globale, è importante evitare generalizzazioni. Il contesto europeo – e in particolare quello italiano – si muove spesso con ritmi differenti. Le nostre aziende sono arrivate con qualche anno di ritardo a strutturare percorsi formativi DEI, e per questo motivo il “picco” di attenzione non è ancora stato superato.

In Italia, oggi, la DEI continua a essere una tematica sentita e spesso ancora in fase di consolidamento. Le imprese stanno investendo in formazione non solo per ragioni etiche o di compliance, ma anche per attrarre talenti, gestire team multigenerazionali, valorizzare le differenze culturali e migliorare la collaborazione interna.

In questo scenario, i corsi eLearning DEI già sviluppati non perdono affatto la loro rilevanza. Anzi, proprio ora possono essere uno strumento prezioso per accompagnare le aziende italiane in un processo di maturazione ancora in corso. Anche in Italia prima o poi potrebbero esserci cambiamenti nel modo in cui si parla di DEI. Tuttavia, oggi, qui, siamo ancora in una fase in cui questi temi sono centrali e attuali. Piuttosto che arretrare, le organizzazioni più lungimiranti possono cogliere questa fase di transizione per rafforzare la propria cultura interna, dotandosi di strumenti formativi efficaci, equilibrati e duraturi.

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