Questa è una domanda che spesso i clienti ci pongono: cosa c’è di nuovo nell’e-learning? Quali sono le ultime tendenze? Le cose nuove che ci proponete?
In realtà, spesso la reale domanda “implicita” è “quali nuove tecnologie o quali nuovi applicativi ci sono?”; la nostra risposta è che non ci sono delle novità significative dal punto di vista tecnologico. Ci potrebbero, ci dovrebbero essere delle novità dal punto di vista dell’approccio, ma questa è la cosa più difficile sia da far capire che da realizzare (perché richiede strategia, coinvolgimento, tempo e fatica). Dunque, cosa c’è di nuovo? Proverò a sintetizzare quello che c’è già e le tendenze di ciascun aspetto, per individuare le novità.

L’approccio
L’approccio seguito dalle aziende è – se vogliamo – abbastanza conservatore. Nel senso che si fatica a uscire dal modello di apprendimento “trasmissivo” (questi sono i contenuti, imparali!). Le uniche novità reali che vedo (e non è un messaggio promozionale ma una realtà) sono quelle che utilizzano il concetto di “simulatore” come quelle di Dms per quanto riguarda le competenze “soft” e come quelle di Simulclinica o altri per quanto riguarda l’allenamento “tecnico”.  Questo tipo di esperienze e di approcci superano il modello trasmissivo, lo rendono quasi irrilevante e vanno verso un concetto di Palestra di allenamento.
A un livello tecnologico più basso, ma ugualmente interessante, sta lentamente prendendo piede il concetto di migliorare le prestazioni per ottenere degli obiettivi misurabili, anziché quello di trasmettere delle conoscenze. Altre tendenze che vedo sono dei timidi segnali di apprendimento collaborativo o di creazione di contenuti “dal basso” (ad esempio, aziende che cercano di far raccogliere ai loro dipendenti le buone prassi e le corrette tecniche di produzione da trasferire agli altri) . Su questo tema ho scritto già qui.

Morale: le aziende (e i fornitori) più avvedute cercano di cambiare l’approccio alla formazione, non le tecnologie!

La tecnologia
Applicazioni – piattaforme – Lms: gli applicativi open source (Docebo, Moodle, Ilias..)  stanno guadagnando terreno in ambito business e stanno aggiungendo (chi più chi meno..) nuove funzioni per integrarsi con applicativi esterni (altri applicativi business, oppure applicativi web aperti)
Tecnologia per la produzione di corsi: ho perso il conto degli applicativi – anche interessanti – per la produzione di corsi che stanno uscendo o sono già usciti. In linea generale, ognuno promette di essere più facile, più rapido, più integrabile…. Difficile dire se lo sono davvero. Però a volte le cose più interessanti vengono dall’utilizzo informale di applicativi gratuiti e social oriented (nel senso di facilmente embeddabili e condivisibili): prezi, youtube, vimeo, slideshare,  screenr…
Mi pare di poter dire che per molti utilizzi non business è sempre più facile creare e condividere contenuti informativi o presentazioni accattivanti, sempre più spesso con l’utilizzo del video. Questo va molto bene per i singoli che vogliono autoformarsi e trovano tutorial su molti argomenti, avendo quindi la possibilità di apprendere con il proprio ritmo, meno bene per un ambito business dove di solito l’azienda vorrebbe che i dipendenti acquisissero tutti certe competenze in un certo tempo e non possono (o vogliono) consentire l’autoapprendimento “libero”.

L’integrazione
Una delle tendenze che mi paiono più interessanti è quella dell’integrazione degli applicativi e-learning con altri applicativi aziendali: gestione risorse umane, gestione competenze…. Anche l’ultima versione di Docebo va in questa direzione. A ben vedere, non si tratta strettamente di qualcosa che ha a che fare con l’apprendimento quanto con la gestione – aziendale – delle persone (e delle informazioni relative alle persone). Penso però che in quest’ambito ci possano essere opportunità interessanti in termini di business intelligence e di servizi aggiuntivi che possono dare maggior valore alle imprese (e anche alle persone stesse). Certo, come appena detto, si tratta più che altro di gestione e non di apprendimento ma vedo delle ricadute interessanti anche sull’apprendimento. Ad esempio, il sistema di gestione potrebbe evidenziare che a un certo gruppo di persone mancano delle competenze e potrebbe suggerire – all’interno del catalogo di corsi – di iscriverle  a un determinato corso che rilascia quelle competenze.

Non mancano i rischi o le criticità: mappare le competenze è complicato, stabilire che un corso consente di acquisire delle competenze può essere  arbitrario o troppo meccanico. E se alla fine il corso è brutto o noioso, non siamo affatto certi che le competenze siano state acquisite. Anche in questo caso, la questione è che un sistema di questo tipo è sicuramente molto interessante ma se l’approccio è puramente formale non avverrà alcun apprendimento, semplicemente l’azienda avrà un sistema che dice che l’apprendimento è avvenuto.

Morale finale
L’apprendimento è un processo ed è fatto di persone che – ognuna col suo ritmo – apprendono. A volte da sole, a volte in gruppo. A volte con qualcuno che modera, a volte no. I contenuti devono essere abbastanza stimolanti da consentire al processo di avvenire. Per questo obiettivo, su gruppi numerosi il metodo più efficiente è quello della simulazione. Su gruppi piccoli può funzionare l’apprendimento collaborativo, efficace ma costoso in termini di tempo. Le modalità trasmissive andrebbero evitate il più possibile, o almeno rese più interattive possibile.  Gli strumenti devono essere abbastanza completi e flessibili da consentire agli organizzatori di organizzare e ai controllori di controllare  ciò che avviene.  Possibilmente in termini qualitativi e non solo quantitativi (non facile). Inoltre, il processo deve avvenire con strumenti così aperti e integrabili (con altri strumenti)  in modo da permettere ai gestori di gestire i profili utenti, le caratteristiche dei corsi, le statistiche o qualunque altro dato quantitativo e anagrafico in modo integrato.

Notare che in tutto questo non ho scritto la parola elearning e non ho nominato alcun software o applicativo.  Come cerchiamo di dire da anni (non solo noi, ovviamente) penso che la novità principali ci potranno essere quando si smetterà di porre il focus sulla tecnologia e lo si sposterà sull’approccio e sulla metodologia.  Fino a quel punto, qualunque innovazione tecnica non porterà reali novità.