Come si gestisce un progetto e-learning? Quali e quanti step comporta? E come lo integro all’interno degli altri processi aziendali? Questo è il quinto dei nostri articoli con cui stiamo tentando di fare una panoramica ragionata sull’e-learning e sui suoi vantaggi.

Il flusso di gestione di un progetto e-learning: 

  • ideazione e progettazione
  • vendita (interna o esterna) e lancio
  • deployment e monitoraggio
  • reportistica e audit

Ideazione e progettazione

Si tratta di un corso per i dipendenti interni o un corso a catalogo da vendere sul mercato?

1. Corso per dipendenti interni

Nel primo caso, idealmente è necessario innanzitutto inserirlo all’interno di una delle possibili categorie di corsi, dettate dalle necessità aziendali o dal piano formativo interno. Tipicamente, un corso per i dipendenti risponde a una serie di logiche:

  • onboarding: corso per i neo assunti (buste paga, la intranet interna, le policy aziendali, i valori aziendali…)
  • compliance: la formazione obbligatoria per adempiere agli obblighi di legge (sicurezza, 231, GDPR…)
  • processi interni: procedure informatiche o gestionali, processi di produzione..
  • formazione linguistica
  • …..

Nella maggior parte di questi casi, verosimilmente si parte dall’esigenza o dalle esigenze da soddisfare, e poi si coinvolgono gli esperti interni (gli SME, Subject Matter Experts). Se il corso viene sviluppato internamente gli SME vengono messi in contatto con i colleghi, oppure viene coinvolto il fornitore esterno.

La progettazione del corso normalmente è il risultato di una collaborazione tra l’esperto che fornisce i contenuti, le HR che identificano gli obiettivi formativi e lo sviluppatore (interno o esterno) che mette insieme tutto. Ovviamente, l’output dipenderà anche dal tempo e dal budget a disposizione.

2. Corso a catalogo da vendere sul mercato

Nel secondo caso, quello della vendita di un corso a clienti terzi, ovviamente l’ideazione parte dalla combinazione di due fattori:

  • quali sono le competenze che abbiamo internamente? Siamo esperti ad esempio di cybersecurity, di security awareness e risk management? Facciamo già corsi d’aula su questi temi? Abbiamo già i docenti interni (o esterni fidelizzati)? Allora conviene focalizzarsi sulla produzione di questi contenuti
  • cosa richiede il mercato? Tra le varie tematiche che possiamo coprire, quali sono quelle più richieste e che meglio si prestano ad essere realizzate in e-learning?

Per fare un esempio, è più opportuno creare un corso sul GDPR generico e rivolto alla popolazione aziendale generale che un corso super specializzato e rivolto solo a poche figure apicali. Nel primo caso, verosimilmente i clienti avranno centinaia di utenti da iscrivere, mentre nel secondo poche unità, e non sarà facile rientrare dell’investimento di tempo e denaro da dedicare alla produzione.

Certo, sempre restando nel nostro esempio, nel primo caso avrò molta più concorrenza. Mentre nel secondo caso, se ho 1000 clienti che hanno ognuno un corsista, allora i conti tornano ugualmente 🙂

Vendita e lancio

“Vendere” internamente un corso, per farla breve, comporta di riuscire a coinvolgere adeguatamente tutti i livelli aziendali. Occorre innanzitutto che dirigenza e quadri “ci credano” e lo dimostrino concretamente (per cui può fare comodo una comunicazione e-mail, o nella intranet aziendale, o un video …) in cui si lancia il progetto e se ne comunica l’importanza per l’azienda. Si possono anche effettuare incontri in presenza, specie con i lavoratori addetti alla produzione che normalmente non hanno accesso a un computer o alla posta elettronica. Le leve motivazionali possono essere diverse: leve premiali (chi fa il corso potrà accedere ad altri benefit o premi), leve “punitive” (chi non fa i corsi obbligatori in teoria nemmeno potrebbe lavorare, per cui il corso dev’essere fatto e basta), leve di coinvolgimento (il corso può seguire logiche di gamification e far conseguire “badge” o punti nella classifica aziendale). Si può anche utilizzare una combinazione di diverse leve.

Naturalmente, vendere un corso all’esterno comporta attività completamente diverse.

Un sito-vetrina, meglio se con e-commerce (specie se i corsi vengono venduti online), molto lavoro SEO (articoli sui propri corsi e contenuti, pillole su YouTube, un blog…), advertising (su Facebook, Linked In, Google Ads, Instagram – a seconda del pubblico), una mailing list e una newsletter, un CRM per raccogliere e organizzare clienti e opportunità… insomma, tutte le attività che tipicamente devono essere associate alla vendita e promozione online di prodotti e servizi.

Chiaro che se avete anche un parco clienti che vi comprano i corsi d’aula, la migliore attività promozionale è quella di spingere i propri corsi online verso gli stessi clienti. Che tra l’altro sono coloro che vi aiuteranno a capire quali sono i titoli più richiesti.

Deployment e monitoraggio

Naturalmente, la fruizione del corso dovrà avvenire tramite una piattaforma e-learning, e quale piattaforma migliore di Forma Lms, con la sua gestione multi-cliente e le sue numerose features orientate all’utilizzo in azienda?

Non ci dilunghiamo qui sulle caratteristiche di Forma e su come gestirla.

Il monitoraggio, in compenso, è qualcosa che potete gestire manualmente, usando le numerose funzioni di reportistica di Forma, o della vostra piattaforma, quali statistiche per utente, report, registro valutazioni…. Oppure potete gestirlo automaticamente, impostando la consegna automatica del report a indirizzi predefiniti (una delle features disponibili in Forma) e approfittando di uno dei nostri plugin (course alert). 

In ambito interno, una buona pratica è comunicare fin dall’inizio una durata predefinita per il corso (2-3 mesi, ad esempio). Lo stesso vale anche per i corsi venduti a terzi, ma in quel caso occorre concordarlo con il cliente.

Reportistica e audit

Al termine del corso, il report finale sarà il vostro strumento principe per capire

  • redemption del corso (quanti hanno completato, e in che tempi)
  • durata media (quanto tempo ci hanno messo gli utenti in media?)
  • apprendimento: lo misurate dai punteggi conseguiti nei test, e dal numero di tentativi necessari. Inoltre, guardando le statistiche aggregate, potete capire quali argomenti hanno bisogno di essere approfonditi ulteriormente. E farvi un’idea di come migliorare il corso dal punto di vista dei contenuti.

Infine, è buona norma concludere il corso con un questionario di soddisfazione che tratti tutti gli aspetti anche organizzativi e di processo: qualità del tutoraggio, qualità del corso, chiarezza, grado di approfondimento…

Tutte queste informazioni vi consentiranno di attuare un miglioramento continuo sia dei vostri contenuti che dei vostri processi formativi e organizzativi.


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