Indipendentemente dai vari stili e dalle diverse preferenze di apprendimento, il microlearning funziona. Oggi abbiamo preso spunto da questo articolo per capire perché esaminando il legame tra microlearning e neuroscienza.
L’uso dei microcontenuti come metodo di apprendimento
La ricerca di Ebbinghaus
Uno dei primi studiosi ad approfondire i meccanismi che regolano la memoria è stato Hermann Ebbinghaus. La sua ricerca, pubblicata nel 1885, si basava su una serie di esperimenti in cui a un gruppo di persone venivano fornite informazioni a intervalli. Ebbinghaus aveva cercato di capire se fosse meglio somministrare molte informazioni tutte in una volta o fornire le stesse informazioni a intervalli sparsi nel tempo. Che relazione ha la ricerca di Ebbinghaus con l’implementazione di una strategia basata sui microcontenuti come metodo di apprendimento?
Mediante i suoi esperimenti, Ebbinghaus giunse alla conclusione che il discente trattiene più facilmente in memoria brevi sequenze di quanto trattenga grandi quantità di contenuti somministrati tutti in una volta. Per dirla in breve: la ritenzione aumenta con il microlearning. Per essere ancora più efficace, l’apprendimento dovrebbe essere suddiviso in blocchi più piccoli e di dimensioni ridotte. La ritenzione aumenta ulteriormente quando il contenuto viene rafforzato dalla ripetizione. Le idee di Ebbinghaus, che introdussero per la prima volta il concetto di “Curva dell’oblio”, sono incapsulate in quella che è nota come “Teoria dell’apprendimento intervallato”, elaborata da Paul Kelley.
Certamente, ciò che Ebbinghaus ha codificato mediante la sua ricerca, e che è stato ulteriormente confermato da ricerche successive, è in realtà familiare a tutti coloro che lavorano nel campo dell’apprendimento. È tuttavia bello sapere che ciò che viene notato empiricamente ha alle spalle solide spiegazioni scientifiche e cioè che l’efficacia del microlearning è legato alle funzioni del cervello umano. Indipendentemente dai vari stili e preferenze di apprendimento, l’apprendimento a piccoli blocchi funziona e, per questo motivo, sempre più aziende lo scelgono come metodo privilegiato.
Tempi di attenzione e capacità di concentrazione
Si afferma spesso che la capacità di attenzione della persona media sta diminuendo e che questo cambiamento sociale è il fattore chiave alla base della crescente popolarità del microlearning. Non tutti gli studi, però, supportano questa prospettiva. Molti sostengono che questa affermazione parte da presupposti sbagliati. Per spiegare i presupposti da cui partono questi studi possiamo prendere ad esempio il mondo dello spettacolo. Ai tempi di Ebbinghaus, per coloro che potevano permetterselo, l’intrattenimento era offerto dal teatro o dall’opera, attività che richiedevano almeno due ore di concentrazione. Nell’età d’oro della televisione, invece, la maggior parte degli spettacoli duravano trenta minuti o un’ora. Un’ora di televisione era solitamente suddivisa in quattro blocchi di undici minuti di contenuti. Il tempo rimanente tra i blocchi veniva consumato dalla pubblicità. Questo schema si ripeteva per una media di quattro ore di visione al giorno, che diventavano 28 ore alla settimana e otto settimane all’anno. La costante esposizione a questo schema ha fatto in modo che le persone si abituassero ad assimilare informazioni che venivano fornite in blocchi di 11 minuti. L’ascesa della tecnologia ha senza dubbio sfidato questo schema: oggi, chi guarda video su YouTube tende a guardare solo ciò che cattura la sua attenzione nei primi secondi.
Il problema principale non sarebbe, quindi, la diminuzione della nostra capacità di attenzione. Il fulcro del discorso sta nel modo in cui consumiamo le informazioni. Il progresso tecnologico ci ha abituati a cercare e a trovare rapidamente ciò che vogliamo e a scartare, altrettanto rapidamente, i contenuti non rilevanti o meno attraenti. Non sorprende, quindi, che il microlearning e le strategie basate sui microcontenuti si adattino bene al panorama dell’apprendimento di oggi; questi modelli, infatti, si allineano bene al modo in cui ci siamo abituati a consumare le informazioni.
“Just in Time” (JIT) e strategia dei microcontenuti
Un’ulteriore considerazione sul perché sia utile implementare una strategia basata sui microcontenuti è legata al concetto di “Just In Time” (JIT). Fu la Toyota a svilupparlo negli anni ’70 come modo privilegiato per eliminare lo spreco di tempo all’interno del processo di produzione. Nei sistemi di produzione precedenti, i materiali e le parti venivano costruiti e quindi immagazzinati fino al momento in cui erano necessari. Ciò, però, comportava determinati costi legati ai tempi di trasporto e agli impianti di stoccaggio. Non ci vuole molta immaginazione per capire quanto fosse costoso questo procedimento in termini di tempo e risorse finanziarie.
L’idea alla base del JIT è ricevere ciò che è necessario nel momento in cui è necessario. L’applicazione di questa idea all’apprendimento è quasi naturale. Non solo siamo programmati per conservare meglio ciò che apprendiamo a piccoli blocchi, ma la tecnologia ha cambiato le nostre aspettative rispetto alla disponibilità delle informazioni che cerchiamo. Le discussioni sui fatti (le statistiche per esempio) finiscono quasi istantaneamente a causa della disponibilità di informazioni. Non sono più necessarie ore di ricerche di materiali di riferimento in biblioteca. La realtà in cui siamo immersi ha dunque cambiato sia il modo in cui accediamo alle informazioni sia le nostre aspettative su quanto velocemente pensiamo di poter ottenere ciò che vogliamo nel momento in cui lo vogliamo. Il microlearning, e più specificamente le strategie basate sui microcontenuti, supportano questa aspettativa. In quest’ottica, un contenuto deve essere:
- Mirato
- Pragmatico
- Breve
- Autonomo
- Orientato al risultato
Se messe insieme e ben armonizzate, queste caratteristiche formano una combinazione di grande efficacia. Per questo motivo il microlearning deve essere preso in seria considerazione da tutte le aziende che vogliano fornire ai propri dipendenti una formazione mirata ed incisiva, e che permetta allo stesso tempo di risparmiare tempo e denaro.
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