marketinglinguaggio“Beh, quando si producono contenuti per l’e-learning è obbligatorio avere un commento professionale. Se non uno speaker-attore, almeno un buon programma di sintesi vocale (text to speech, TTS)”.

Sicuri? Learning Visions, in questo interessante post, ci dice che forse non è così. Audio in eLearning: When Rough Around the Edges is Better. In pratica, gli utenti di un corso realizzato in due versioni (una con speaker professionisti e una con l’esperto di contenuti che ha registrato il suo commento) hanno gradito di più quella “artigianale” fatta dall’esperto.

Non so,  francamente aggiungerei alcune precisazioni a questa riflessione:

  • “fatto in casa” non deve e non può significare fatto male. Anche se usate l’audio di un non-attore, di un esperto, e anche se la qualità della registrazione non è perfetta (assenza di rumori di fondo, livelli ottimizzati ecc.) non significa che un lavoro fatto male sia più efficace. Anche se fatta in casa, la vostra registrazione è bene che sia almeno di buon livello
  • l’utilizzo di un non-attore ha i suoi pregi e difetti: tra i pregi, come segnalato anche nell’articolo di Learning Visions, il fatto che gli utenti lo percepiscano come “uno di noi, uno normale, uno che sa di cosa sta parlando”. Tra i difetti, il fatto che non sempre il non-attore è in grado di avere un ritmo, un tono, un volume e in generale una voce gradevole e comprensibile a tutti.
  • Il consiglio è di utilizzare l’esperto se il feeling che volete dare è quello di “un professionista che spiega come gestisce la tal cosa” e un attore o speaker se volete dare un feeling più professionale e se le informazioni fornite sono contenuti che devono essere presi così come sono, da non discutere.
  • In realtà, però, non è necessario fare questa scelta: potete benissimo costruire scenari in cui la persona che parla è presentata come un esperto, ma poi far interpretare questa parte a un attore, suggerendogli di atteggiarsi a esperto. In questo modo, avrete il meglio di entrambi i metodi.