(Il collega e amico Andrea Lodi (un consulente aziendale, sempre interessato alle novità) ci ha proposto un’intervista per approfondire alcuni temi legati al nostro settore. Ecco l’intervista)
Da quanto tempo vi occupate di e-learning ?
Beh, in realtà dal 2000…. Abbiamo lavorato con due società di consulenza di Modena che fin da tempi non sospetti avevano strumenti di formazione a distanza tra i loro prodotti. Ma era un altro mondo, erano altri strumenti (c’era un’altra velocità di connessione…), c’erano i CD….era tutto altro.
Però alcune cose funzionavano bene già allora: gli aspetti “sociali” della relazione a distanza tra docente e discente erano già tra gli aspetti decisivi per il successo di un progetto. A volte, per la consulenza a distanza era sufficiente uno scambio di e-mail.
Cosa significa e-learning – secondo voi ?
In realtà, coi colleghi da tempo il termine lo si vorrebbe abolire. Da un lato sa troppo di “tecnico” e spaventa già di per sé, dall’altro a molti ricorda pessime esperienze fatte a partire da fine anni ’90 che per molti utenti sono state noiose quando andava bene e anche piene di problemi tecnici quando andava male. Peraltro, in molti casi, le esperienze di e-learning possono essere molto noiose anche nel 2010….
Preferiremmo parlare di formazione, anzi meglio di miglioramento delle conoscenze (e delle performance) in generale, il che si può ottenere con un insieme di strumenti. Tra i quali, gli strumenti di apprendimento rafforzati dalla tecnologie. Però se usiamo questi concetti (o il termine di Technology Enhanced Learning) nessuno capisce e siamo da capo…
In ogni caso, secondo me i concetti che ci stanno dietro sono:
- l’apprendimento degli adulti, specie sul lavoro, deve essere apprendimento continuo
- ci sono strumenti (web) che consentono all’utente di ottimizzare i tempi ed evitare spostamenti inutili
- d’altro canto, è bene che siano coinvolgenti e possibilmente che riescano a riprodurre alcune dinamiche sociali perché questo favorisce l’apprendimento
- questi strumenti possono essere mescolati agli strumenti tradizionali, in modo che non si parli nemmeno di apprendimento da una parte e di apprendimento a distanza dagli altri, ma si parli di apprendimento e basta e che si decida quali è utile usare in una data situazione
- dal punto di vista dell’azienda, gli strumenti di apprendimento via web offrono grandi possibilità di risparmio e altrettanto grandi opportunità di monitoraggio e mappatura delle competenze, quando non addirittura di misurazione del miglioramento delle performance
Quali sono le prospettive del settore ?
Domanda ampia…. In sintesi:
- sicuramente è un mercato in crescita
- per ora, viene percepito solo l’aspetto del vantaggio economico o quello della “compliance” (devo far fare un corso obbligatorio a n dipendenti), il che fa sì che una gran fetta del mercato sia fatta da esperienze noiose o di bassa qualità, ma a basso costo
- in ogni caso, ci sono ancora molte opportunità da cogliere anche in questo segmento
- il futuro (e grandi opportunità) sta nell’utilizzare gli strumenti di apprendimento web per quello che si inizia a chiamare learning intelligence, cioè applicare strumenti di business intelligence e monitoraggio delle prestazioni (e dei relativi miglioramenti) all’apprendimento
- se si entra dalla porta del reparto ICT (dal “CED”) di solito i progetti vanno male
- se si entra dalle risorse umane, di solito vanno bene
- se si riesce a entrare dal marketing – commerciale vanno benissimo
Tra pubblico e privato, in prospettiva, quale dei due settori ha maggiore bisogno di e.learning e perché?
Il pubblico, in Italia, ha accumulato negli anni un alto numero di esperienze, quasi sempre negative, con spreco di risorse, costosissime e mai messe a sistema. Le università hanno accumulato molte esperienze, diverse anche positive. Gli enti di formazione in gran parte latitano, penso per miopia.
Il privato in larga parte è trascinato solo dall’obiettivo del risparmio o della compliance (obiettivi legittimi, ma non esaustivi).
Il privato illuminato usa gli strumenti migliori e ottiene i risultati migliori.
Francamente, sia pubblico che privato hanno bisogno di aggiornare le competenze delle persone e di migliorare le loro prestazioni. L’e-learning, o come vogliamo chiamarlo, è uno degli strumenti con cui farlo. La sfida vera è farlo bene…
Parlando di imprese, esistono settori economici maggiormente interessati all’e-learning ? Se si, quali sono e perché ?
Nella nostra esperienza, i fattori che incidono sulla sensibilità all’e-learning sono questi:
- i mestieri con corsi obbligatori ogni anno: settore sanitario, assicuratori, eccetera è questo è il segmento dei corsi obbligatori ISVAP (assicurazioni), ECM (Medicina)
- le aziende che ogni anno devono fare formazione obbligatoriaè questo è il segmento dei corsi obbligatori su privacy, sicurezza, responsabilità amministrativa delle imprese…
In questi primi due casi, anche le PMI sono potenzialmente adatte. Sul mercato però non sempre trovano soluzioni adatte a loro (vendita di corsi anche con piccoli numeri, senza avere una loro piattaforma..…).
- le aziende o enti con un alto numero di dipendenti
- le aziende o enti con numerose sedi sul territorio
Quali sono le integrazioni esistenti tra i servizi di consulenza classica alle imprese e i servizi proposti dall’e-learning ?
Quelle esistenti spesso sono poche: la più classica è l’integrazione tra la figura del coach, formatore o docente (di qualunque argomento) che può integrare la sua attività “tradizionale” con la formazione a distanza. In questo modo, il formatore classico può avere a disposizione numerose altre “armi” o per fare meglio quello che fa già o per fare consulenza-formazione a più persone o a distanza.
Qualche esempio di “armi”: distribuzione di dispense, segnalazione di link o articoli, consentire ai discenti di farsi l’infarinatura su un argomento per conto loro e poi confrontarsi col docente sull’applicazione, far fare esercitazioni, far compilare questionari di gradimento, far creare documenti collaborativi, lanciare una discussione tra i partecipanti, realizzare lezioni “live” con l’aula virtuale, registrare le proprie lezioni live per trasmetterle in replica,….
Quelle ipotizzabili (e in alcuni casi qualcuno le sta facendo) sono moltissime. Le principali impattano su chi si occupa di competenze (creare strumenti di mappatura delle competenze o misurazione delle competenze stesse), ma se ne possono immaginare molte altre, anche per altri tipi di consulenze.
Quali sono le principali innovazioni che hanno interessato il settore negli ultimi anni ?
Metodologia: sempre di più si sta affermando – anche se c’è molta moda e poche esperienze reali – il concetto di apprendimento collaborativo.
Stile dei contenuti e tipo di contenuti: si stanno creando diversi “segmenti” di apprendimento online.
- Simulazione software: provo in diretta a usare uno strumento, in un ambiente protetto
- Simulazione comportamentale: è una cosa per ora realizzata da un’unica impresa al mondo, almeno che noi sappiamo (nostro partner), ma sta dando risultati strepitosi. Il concetto è lo stesso: provo ad agire delle strategie relazionali e comportamentali, in un ambiente protetto. La sfida qui è rendere realistico, simile alla vita reale, l’ambiente protetto. E questo lo si può fare solo con un mix di logiche informatiche e soprattutto relazionali-psicologiche
- Learning Games o Serious Games: se non altro, realizzano l’obiettivo di avere un maggiore coinvolgimento anche se spesso hanno il problema che la logica ad albero (decision tree) ha un numero limitato di scenari possibili. Dopo un po’ di partite si impara a imbrogliare il gioco, più che a migliorare le proprie competenze.
- Aggiornamento continuo in pillole, sia testuali che video
- Sempre maggiore utilizzo del video, grazie anche alla diffusione ormai ampia dell’Adsl
- Orientamento verso il concetto di Web Tv formativa
- Tecnologia: maggiore utilizzo del video, piattaforme e-learning sempre più potenti e facili da usare
- Funzioni: le piattaforma e-learning tendono ad avere sempre più funzioni
- Integrazione: una delle grandi tendenze è che c’è sempre più l’esigenza di integrare gli applicativi e-learning con i gestionali amministrativi e/o di risorse umane, anche per migliorare la gestione e evitare doppi inserimenti di dati.
- Modelli di pricing e licenza: negli ultimi anni, sempre di più anche le grandi aziende si orientano verso soluzioni open source
- Fatto in casa: alcune imprese si sono dotate di una “Academy” che realizza e gestisce tutto in casa. Altre invece – la maggioranza – preferiscono acquistare all’esterno applicativi e sviluppo dei contenuti e in casa fanno solo la gestione.
Potete citarmi qualche caso esemplare di interventi realizzati ?
Negli ultimi anni abbiamo formato ormai oltre 30.000 persone, realizzato numerose integrazioni tra applicativi e-learning e gestionali aziendali, rilasciato oltre 15.000 crediti formativi Ecm, avuto tassi di gradimento dell’80%, fatto risparmiare molti soldi e molto tempo a diverse imprese, da Mercatone Uno a Benetton a Equitalia a molte altre.
Se doveste pensare ad un motto, o uno slogan rivolto alle imprese, cosa vi verrebbe da dire ?
Usate la tecnologia per aiutare voi e i collaboratori a fare meglio, imparare, condividere e crescere. Usate la testa per inserire la tecnologia nei vostri processi.
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